
Nel processo di selezione per l’accesso alle Forze Armate, uno dei requisiti fondamentali riguarda la composizione corporea dei candidati.
In particolare il requisito viene previsto ai sensi della legge n. 2 del 2015 e del D.P.R. 207 del 2015, che ha approvato il Regolamento in materia di parametri fisici per l'ammissione per il reclutamento nelle Forze armate.
In proposito, l’art. 1 del D.P.R. 207 del 2015 specifica che per composizione corporea deve intendersi: la massa grassa presente nell’organismo, valutata tramite bioimpedenziometria.
Tra i vari strumenti utilizzati per questa valutazione, la bioimpedenziometria (BIA) gioca un ruolo cruciale, in quanto permette di stimare la massa grassa e la massa magra di un individuo. Tuttavia, questo metodo di misurazione, pur essendo diffuso e riconosciuto, presenta diverse criticità che possono determinare l’esclusione di molti aspiranti militari, spesso in modo ingiustificato.
Abbiamo intervistato a tal proposito il Dott. Salvatore Taormina Mantegna, Biologo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell'Alimentazione. Si occupa da ormai 10 anni di Nutrizione, Salute e Dimagrimento, svolgendo la libera professione nei suoi numerosi studi tra Sicilia e Lombardia.
Dottore, cos’è la Bioimpedenziometria e perché è usata nei Concorsi Militari?
“La bioimpedenziometria è una tecnica di misurazione della composizione corporea che si basa sulla capacità dei tessuti di condurre l’elettricità. Attraverso un impulso elettrico a bassa intensità, lo strumento rileva la resistenza offerta dai tessuti e stima la percentuale di massa grassa, massa magra e idratazione corporea.
Negli ultimi anni, questa tecnologia è diventata uno strumento standard nei concorsi per l’Esercito, l’Aeronautica, la Marina e i Carabinieri, dove i candidati devono rispettare precisi parametri di massa grassa per risultare idonei. Se il valore ottenuto supera il limite imposto dai regolamenti, il candidato viene escluso dal concorso, indipendentemente dalla sua preparazione fisica e dalle sue capacità operative”
È possibile che l’esame presenti delle Anomalie?
“Sebbene la BIA sia uno strumento scientifico, non è esente da errori e margini di imprecisione che possono compromettere l’esito della selezione. Alcuni dei fattori che possono influenzare i risultati sono:
✅ Livelli di idratazione: La quantità di acqua corporea influisce notevolmente sulla resistenza elettrica. Un candidato disidratato potrebbe ottenere valori di massa grassa superiori alla realtà.
✅ Strumento utilizzato: Non tutti i dispositivi di bioimpedenziometria offrono la stessa precisione. Alcuni modelli di fascia economica possono fornire risultati meno affidabili rispetto a strumenti professionali.
✅ Orario della misurazione: L’orario in cui viene effettuato il test può incidere sui valori registrati, poiché il corpo umano varia la sua composizione nell’arco della giornata.
✅ Condizioni ambientali: Temperatura, umidità e persino lo stato emotivo del candidato possono alterare le misurazioni.
A causa di queste variabili, non è raro che alcuni candidati idonei sotto il profilo atletico vengano esclusi semplicemente a causa di una misurazione errata”.
Ricorsi e Precedenti giuridici
L’incertezza dei risultati ottenuti tramite bioimpedenziometria ha portato negli ultimi anni a un aumento esponenziale dei ricorsi nei concorsi delle Forze Armate. Molti candidati esclusi ingiustamente contestano il responso, spesso ottenendo una revisione del risultato o addirittura il reintegro nel concorso.
Numerosi tribunali amministrativi hanno riconosciuto la possibilità di effettuare una seconda valutazione con metodi alternativi, come la plicometria o la DEXA (Dual-Energy X-ray Absorptiometry), strumenti considerati più precisi e meno soggetti a variazioni temporanee.
Non è raro riscontrare delle anomalie anche sulla manutenzione e l’omologazione dei macchinari.
Infatti, gli strumenti di misurazione in quanto apparecchi elettromedicali, non solo devono essere certificati, omologati e tarati ai sensi del Regolamento (UE) n. 745/2017 (già Direttiva 93/42/CEE),ma devono anche essere utilizzati rispettando ogni prescrizione del relativo Manuali d’uso, i quali prevedono espressamente che: <<La tecnologia di misurazione dell’apparecchio per l’analisi della biompedenziometria (BIA) deve essere controllata ogni due anni>> e <<La tecnica di misurazione dell’apparecchio per l’analisi della bioimpedenza (BIA) deve essere controllata ogni due anni. In occasione di questo controllo consigliamo di eseguire la manutenzione dell’intero apparecchio>.
Spesso questi controlli sui macchinari non avvengono, riportando risultati abnormi che, secondo l’Amministrazione, fondano l’inidoneità.
Spesso le Commissioni errano anche sull’altezza o altri parametri specifici dei concorrenti, falsando completamente gli esami.
Per quanto esposto appare calzante il precedente del T.A.R. del Lazio di cui alla Sentenza del 17/11/2022, n. 15263, allorché lo stesso – esprimendosi nel caso in cui la candidata aveva prodotto una certificazione sanitaria di 4 giorni prima della visita concorsuale di struttura privata, oltre ad una di 10 giorni dopo di struttura pubblica, attestanti una percentuale di massa grassa fra il 22% e il 24%, inferiore al 31,5% riscontrato dalla Commissione dei vigili del fuoco, a fronte di un divario di misurazione dell’altezza di 1,1 cm accertato in sede di verificazione – ha accolto il ricorso riconoscendo che: “al di là di quanto possa essere stata l’entità dell’errore nel caso di specie, v’è che allora tutta la certificazione medica, a base del provvedimento censurato, finisce per perdere di piena attendibilità, nulla invero potendo escludere che anche altri parametri (come ad esempio quelli del peso e della massa grassa riportati quel giorno dalla Commissione medica) non siano stati analogamente afflitti da errori” (v. anche Sezione I Quater, Ordinanza del 23/11/2023, n. 7666).
Conclusioni: è Giusto Affidarsi Solo alla Bioimpedenziometria?
Sebbene la bioimpedenziometria sia uno strumento utile, il suo utilizzo esclusivo nei concorsi per le Forze Armate appare limitante e potenzialmente discriminatorio. L’affidabilità dei risultati è soggetta a molte variabili, e basare l’idoneità di un candidato solo su questa misurazione può escludere persone perfettamente in grado di affrontare la vita militare.
Una possibile soluzione sarebbe l’integrazione di metodi di misurazione più precisi o l’adozione di un approccio più flessibile, che permetta la ripetizione del test in caso di anomalie evidenti.
Se sei un candidato in preparazione per un concorso nelle Forze Armate e vuoi un’analisi accurata della tua composizione corporea, prenota una consulenza con noi. Ti aiuteremo a verificare i tuoi parametri e ad affrontare il concorso con la massima sicurezza!
Se, invece, hai ricevuto un provvedimento d'inidoneità a seguito della partecipazione ad un concorso è importante considerare che il termine per impugnare innanzi al Tar è di 60 giorni, quindi affrettati a richiedere una valutazione del tuo caso.
Avv. Rosa Guida
Dott. Salvatore Taormina Mantegna
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